© Taccuini d'Artista © Taccuini d'Artista © Taccuini d'Artista © Taccuini d'Artista

Introduzione

I PERCORSI NASCOSTI DELLA CREATTIVITA'
Appunti per una breve ma veridica storia di un'Idea:
Il Taccuino d'Artista da Leonardo da Vinci a Basquiat.
di Donato Di Poce

Ogni uomo, e' attratto consapevolmente o no dal bisogno di un'esperienza estetica della vita e del mondo. E piu' che dalla bellezza di un'opera o dalla personalita' di un artista, ama scoprire le poetiche, i processi creativi, la sequenza realizzativa di un'idea, le impronte e le tracce, i tentativi, gli abbozzi e le cancellazioni di una comunicazione iconica e segnica che e' anche e sempre una comunicazione psicologica.

Da qui, l'interesse per i segni preistorici sulle grotte, i disegni preparatori degli artisti, i diari, i dessins e i collages, le sinopie, gli "skethbook", i progetti, i "carnets" gli scarabocchi, la "mail-art" e i "libri monotipi", in una parola "I percorsi nascosti della creativita'", che ci permettono di entrare nelle "stanze segrete" e negli "atelier" degli artisti, di sbirciare dal loro buco della serratura, per vedere, toccare, leggere, "i taccuini segreti degli artisti".

Alla ricerca quindi proprio di quell' "Aura" che W. Benjamin aveva individuato come fonte di sacralita' e trascendenza che emana da un'opera d'arte originale, e quindi da combattere ed eliminare in vista di una arte riproducibile e popolare o di massa.

Ora poiche' provo grande ammirazione e rispetto per tutta l'opera di W. Benjamin, ( Il piu' grande saggista del '900), vorrei chiarire, che anche a me interessa che l'arte sia di massa, non risevata a un'elite di persone, piu' visibile e fruibile possibile e per usare un termine a me caro di Gramsci, "socializzata", ma questo non significa che l'artista debba dirottarsi su tecniche piu' riproducibili e di massa come fotografia e cinema, o che debba rinunciare alla sua AURA e ad esprimere i suoi pensieri piu' intimi e segreti.

Anzi il mio intento e' di precisare che sono in parziale disaccordo con questa tesi di Benjamin sull'Aura. Credo che non ci sia dono piu' bello per uno studioso, un critico, un collezionista, possa fare, che quello di accompagnare il pubblico nelle stanze segrete degli artisti, a camminare piano piano nella loro mente e respirare i loro sogni, condividere i loro progetti e aspettative, questo credo anche significhi non solo socializzare, ma anche umanizzare l'arte e in questo so che anche Benjamin sarebbe d'accordo con me anche se devo precisare che mi trovo molto piu' in sintonia con le tesi e le riflessioni di E. Zolla sull'Aura.

L'importante e' creare, poi si troveranno tempi e modi di diffondere l'arte, di parteciparla e di comunicarla. (Ci sono cataloghi, conferenze, internet e mostre itineranti, etc). Insomma distinguerei e difenderei il momento "creativo" da quello "comunicativo", anzi per andare incontro a Benjamin direi che il vero problema e' quello di difendere e diffondere le idee, i mezzi creativi e la "creativita'", non tanto di "massificare" l'arte. Anche se intravedo che il vero problema di oggi non solo nell'arte, sia da una parte di diffidare di epigoni e replicanti della serialita', dall'altra di democratizzare piu' possibile i mezzi di comunicazione e distribuzione, al fine di evitare oligarchie, concentrazioni e dittature culturali.

Se, mi chiedessero: Ma cos'e' esattamente un "taccuino d'artista" ovvero un "Artist Notebook"?
Potrei rispondere che per me il "taccuino d'artista" e' tante cose: non solo e non piu' un diario, non sempre e non ancora un libro d'artista, non solo un insieme d'idee o una "poesia visiva", qualcosa di piu' di un "Carnet de voyage" o di uno "Cahier" delle intenzioni, poi potrei dire che e' una lavagna magica di memoria e di desiderio e un feticcio artistico, ma che e' soprattutto:

1) - Una grammatica di icone, segni e scritture
2) - La genesi inconscia di un fondamentale e nuovo medium comunicativo
3) - Un'azione creativa e un libro di sogni
4) - Un esercizio di liberta', creativita' e d' intimita' con il mondo

Se, poi mi chiedessero: Qual e' l'importanza storica e la novita' estetica dei taccuini?
Dovrei rispondere che il taccuino d'artista forse e' la piu' importante novita' stilistica contemporanea, ma e' allo stesso tempo una riscoperta di un medium che gia' nel Rinascimento con Leonardo da Vinci aveva trovato il suo piu' geniale interprete, in cui l'artista ascolta il suo respiro e inventa il suo linguaggio.

Ma la vera, grande, novita' stilistica e poetica sta nel fatto non tanto di essere feticci unici, ma di essere nel contempo opera e progetto, idea e realizzazione, opera finita e non-finita, molteplice, e simultanea.

Inoltre, dovrei aggiungere che creare un taccuino d'artista significa mettere in relazione il proprio se' piu' intimo con la molteplicita' dei linguaggi espressivi e fornire al mondo i codici segreti della comunicazione e della relazione con l'altro, quindi diventa la massima esperienza estetica e creativa della molteplicita' e della simultaneita'.

Sono convinto, e i successi della 1^ mostra del "taccuino d'artista", "Taccuini d'Artista: I percorsi nascosti della creativita'" del 2003 da me organizzata a Soncino(CR) e ora "Taccuini d'Artista, Artist Notebooks" mostra itinerante, con i 106 "taccuini d'artista" da me collezionati, lo dimostrano. Posso testimoniare che con i taccuini, e spesso con l' "idea" stessa del taccuino, gli artisti, ci mettono in contatto vero e intimo con l'arte e con le piu' vere e profonde intenzioni e intuizioni estetiche, e ci permettono di cogliere per un attimo la danza magica della creazione, il girotondo incantato delle muse, la memoria, il desiderio, il respiro e il silenzio creativo del mondo.

Tutto cio' spiega l'interesse sempre crescente per i "taccuini" di Leonardo, furbescamente chiamati "codici " dall'industria mondiale del best-seller, per i magici "schizzi su lettera" di Van Gogh, per gli "Cahier" di Picasso, per la "valigia verde" di Duchamp , i taccuini di Artaud , i progetti degli "impacchettamenti" di Christo e Janne Claude.

Il mio interesse sempre crescente e trasversale al concetto di "taccuino d'artista", partito dalla frequentazione degli Atelier degli artisti, e' proseguito poi con i Drawings Book e i Photo Album, che inondano la rete di Internet, passando poi ai "Moleskine" di Chatwin, al "Il libro dei sogni" o "Il librone" di Fellini, ai disegni e lo "studio" stesso di Bacon pensato e usato come un taccuino quotidiano, i taccuini di Le Corbusier, quelli di Bob Dylan, le "tracce" aniconiche e fantastiche di Haring e Basquiat, e i tanti anonimi writers metropolitani che con le loro incursioni artistiche, creative e comunicazionali su ogni superficie scrivibile delle nostre citta', danno un contributo estetico e morale, alla ricomposizione di un mondo troppo fragile e solo, troppo incompiuto e invisibile, troppo volgare e superficiale.

* (Testo tratto dal Catalogo della mostra itinerante in preparazione)